A
L’addebito diretto è una modalità di pagamento che consente al beneficiario – una volta ottenuta l’autorizzazione del pagatore – di prelevare automaticamente una somma dal conto corrente del cliente.
Si tratta di un sistema comodo e sicuro, pensato per effettuare pagamenti automatici, sia singoli che ricorrenti, verso aziende o privati che forniscono beni o servizi (come bollette di luce e gas, oppure le rate di un finanziamento).
Quando l’operazione è ripetuta nel tempo, si parla di domiciliazione bancaria.
Per attivare questo servizio, il cliente deve firmare un apposito mandato di addebito, autorizzando così il fornitore a riscuotere l’importo dovuto direttamente dal conto corrente.
L’anatocismo consiste nel calcolare interessi su altri interessi già maturati su una somma dovuta. In pratica, gli interessi non ancora pagati vengono capitalizzati, cioè aggiunti al debito principale, e su questo nuovo importo complessivo iniziano a maturare ulteriori interessi: è ciò che viene definito interesse composto.
Tuttavia, la legge vieta alle banche di applicare interessi sugli interessi in qualsiasi tipo di operazione bancaria, a tutela del cliente.
Rappresenta l’ammontare complessivo dei contributi versati a favore del lavoratore nel corso della sua intera carriera, e riflette anche la durata del periodo contributivo. Questo dato è uno degli elementi fondamentali – insieme all’età anagrafica – per determinare il diritto all’accesso alle prestazioni previdenziali, sia nel sistema pensionistico di base che nei fondi pensione complementari.
L’apertura di credito, o fido bancario, comunemente nota come scoperto di conto, è una forma di finanziamento con cui la banca mette a disposizione del cliente una somma di denaro fino a un limite massimo concordato, utilizzabile sul conto corrente. Questo plafond può essere concesso per un periodo determinato o indeterminato.
È uno strumento utile per far fronte a esigenze temporanee di liquidità, come ritardi nei pagamenti, concentrazione di scadenze o spese impreviste. Tuttavia, non è indicato per finanziare in modo stabile o continuativo un’attività, poiché i costi associati sono generalmente più alti rispetto ad altre forme di credito più strutturate.
L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo indipendente che si occupa della risoluzione delle controversie tra clienti e intermediari, come banche o società finanziarie, in merito a operazioni e servizi di natura bancaria o finanziaria.
Offre un'alternativa più semplice, veloce ed economica rispetto al ricorso alla giustizia ordinaria. Pur essendo autonomo e imparziale nelle sue decisioni, l’ABF è supportato nella sua attività dalla Banca d’Italia, che ne garantisce l’operatività tramite specifiche Segreterie tecniche.
L’assegno bancario è un mezzo di pagamento alternativo al contante, con cui il titolare di un conto corrente (detto traente) autorizza la propria banca (il trattario) a versare una somma specifica di denaro a favore di un’altra persona, definita beneficiario.
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Il bonifico è un'operazione con cui un soggetto, detto ordinante, dispone il trasferimento di una somma di denaro dal proprio conto corrente verso quello di un altro soggetto, il beneficiario.
Affinché l’operazione sia possibile, è necessario che esista un conto di destinazione. In alcuni casi, ordinante e beneficiario possono coincidere, ad esempio nei trasferimenti tra conti intestati alla stessa persona.
Quando il trasferimento avviene tra conti appartenenti alla stessa banca, si parla più precisamente di giroconto.
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La CAI (Centrale d’Allarme Interbancaria) è un archivio informatizzato gestito dalla Banca d’Italia, istituito per garantire il corretto funzionamento del sistema dei pagamenti.
In questo archivio vengono registrati i soggetti che:
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hanno emesso assegni bancari o postali senza autorizzazione o senza disporre dei fondi necessari per il pagamento;
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hanno subito la revoca dell’autorizzazione all’utilizzo di carte di credito o debito, a causa del mancato rimborso delle somme spese.
In caso di assegni irregolari, l’iscrizione nella CAI comporta la cosiddetta revoca di sistema, ovvero il divieto di emettere assegni e di aprire nuovi rapporti di assegno presso banche o uffici postali per un periodo di sei mesi.
Nel caso delle carte di pagamento, l’iscrizione comporta la revoca dell’autorizzazione all’uso delle carte per due anni. Tuttavia, questa ha solo valore informativo, e ogni emittente è libera di decidere se concedere o meno una nuova carta al soggetto iscritto.
È l’attitudine di un soggetto a far fronte in modo puntuale e integrale ai propri obblighi finanziari, disponendo di risorse economiche sufficienti a coprire le spese e i debiti assunti.
La carta di credito è uno strumento di pagamento elettronico che consente al titolare, in virtù di un contratto con l’emittente, di acquistare beni o servizi presso gli esercenti convenzionati con il circuito internazionale di riferimento, oppure di prelevare contante tramite sportelli automatici (ATM).
Le somme spese vengono rimborsate dal titolare in un secondo momento, secondo una cadenza prestabilita – solitamente mensile – e in un’unica soluzione oppure, se previsto dal contratto, a rate: in quest’ultimo caso si parla di carta di credito revolving.
La carta di debito è uno strumento di pagamento che consente al titolare, in virtù di un contratto con la propria banca, di acquistare beni e servizi presso gli esercenti convenzionati (tramite POS) oppure di prelevare contante agli sportelli automatici (ATM).
L’importo speso o prelevato viene addebitato immediatamente sul conto corrente collegato alla carta.
In Italia, questa tipologia di carta è comunemente conosciuta con il nome del circuito più diffuso: Bancomat.
La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo gestito dalla Banca d’Italia, che raccoglie dati sui finanziamenti concessi dagli intermediari finanziari a clienti con esposizioni superiori a 30.000 euro.
In caso di gravi inadempienze, il nominativo del debitore può essere segnalato anche per importi inferiori, venendo classificato come "a sofferenza".
Le informazioni della CR sono accessibili a tutte le banche e agli intermediari autorizzati, che le utilizzano per valutare l’affidabilità creditizia dei clienti.
Anche il cliente può richiedere gratuitamente la propria posizione, rivolgendosi direttamente a una Filiale della Banca d’Italia.
La CR è utile sia per gli intermediari – che possono così gestire meglio i rischi di credito – sia per i clienti affidabili, che possono ottenere prestiti più facilmente e a condizioni più vantaggiose. Tutti i dati contenuti nella Centrale dei Rischi sono riservati.
La cessione del quinto dello stipendio è una forma di prestito personale riservata a lavoratori dipendenti e pensionati. Il rimborso avviene attraverso la trattenuta diretta di una parte dello stipendio o della pensione, versata mensilmente al soggetto finanziatore.
La rata non può superare un quinto (cioè il 20%) dell’importo netto mensile percepito, garantendo così una modalità di rimborso sostenibile e automatica.
Il conto corrente bancario è uno strumento utilizzato per custodire e gestire il denaro, che consente di effettuare operazioni di pagamento (addebiti) e di ricevere somme (accrediti) grazie ai servizi messi a disposizione dalla banca.
La differenza tra tutti gli accrediti e gli addebiti registrati fino a una certa data viene indicata come saldo del conto corrente.
Se tale saldo è positivo, si parla di saldo a credito; se invece è negativo, si parla di saldo a debito.
Ogni nuova operazione registrata aggiorna automaticamente il saldo disponibile.
Il credit scoring è un sistema automatizzato utilizzato da banche e intermediari finanziari per valutare le richieste di finanziamento.
Si basa sull’impiego di modelli statistici che analizzano vari fattori per stimare il rischio di credito associato a un cliente.
Il risultato di questa analisi viene espresso attraverso punteggi numerici, indicatori o giudizi sintetici, che offrono una rappresentazione chiara e immediata del profilo di rischio del richiedente, ovvero della sua affidabilità e della probabilità di rispettare puntualmente i pagamenti.
È un finanziamento non collegato all’acquisto di uno specifico bene o servizio, che può essere usato liberamente per generiche esigenze di liquidità.
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È l’età anagrafica stabilita dalla legge a partire dalla quale un lavoratore può accedere alla pensione, a condizione che abbia maturato tutti i requisiti contributivi previsti dalla normativa vigente.
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È l’importo che la banca si impegna a rendere disponibile al cliente, oltre il saldo presente sul conto corrente, su richiesta di quest’ultimo.
Il contratto che regola questa disponibilità può prevedere l’applicazione di interessi sulle somme effettivamente utilizzate, oltre a una commissione onnicomprensiva per il servizio offerto.
Il finanziamento è l’operazione attraverso la quale viene concessa una somma di denaro, con l’impegno da parte del beneficiario di restituirla in un secondo momento, integralmente o maggiorata di interessi, a seconda delle condizioni pattuite.
Nel caso in cui l’importo restituito coincida con quello ricevuto, si parla di prestito gratuito.
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L’IBAN (International Bank Account Number) è un codice standard internazionale utilizzato per identificare in modo univoco il conto corrente di un cliente presso un intermediario finanziario.
In Italia, l’IBAN è composto da 27 caratteri alfanumerici e inizia sempre con le lettere “IT”.
L’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) è l’ente previdenziale pubblico che gestisce in Italia la maggior parte dei contributi previdenziali obbligatori, versati sia dai lavoratori dipendenti sia da gran parte dei lavoratori autonomi.
Oltre a erogare le pensioni obbligatorie, l’INPS si occupa anche di fornire prestazioni assistenziali e sostegni al reddito, come indennità, assegni familiari e sussidi.
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Il merito creditizio rappresenta la capacità di un cliente di rimborsare puntualmente la somma ricevuta in prestito secondo le scadenze previste dal contratto di finanziamento.
Prima di concedere il prestito, il finanziatore effettua una valutazione basata su informazioni adeguate, proporzionate e verificate riguardanti la situazione economica e finanziaria del richiedente.
Tali informazioni possono essere fornite direttamente dal cliente oppure ottenute consultando banche dati ufficiali, come la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia o i Sistemi di Informazione Creditizia (SIC) gestiti da soggetti privati. In quest’ultimo caso, il cliente deve essere informato in modo trasparente e anticipato.
Il merito creditizio è un elemento chiave nel rapporto tra banca e cliente, poiché misura la probabilità di rimborso del debito e contribuisce a costruire un rapporto di fiducia tra le parti.
Non solo determina l’accesso al credito, ma incide anche sulle condizioni del finanziamento: in presenza di un rischio di insolvenza più elevato, il finanziatore potrebbe applicare un tasso di interesse maggiore per compensare il rischio assunto.
Il mutuo ipotecario è la forma più comune di finanziamento a medio-lungo termine concessa da banche e altri intermediari finanziari. Viene utilizzato principalmente per acquistare un immobile, in particolare l’abitazione principale, ma può anche servire per costruire, ristrutturare o sostituire/refinanziare mutui esistenti con le medesime finalità.
Si definisce “ipotecario” perché il rimborso del prestito è garantito da un’ipoteca sull’immobile oggetto del finanziamento.
La durata del mutuo varia solitamente dai 5 ai 30 anni, rendendolo lo strumento più diffuso per l’accesso al credito immobiliare.
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Il prestito finalizzato, noto anche come credito collegato, è un finanziamento concesso per l’acquisto di uno specifico bene o servizio, come ad esempio un’automobile. L’importo erogato, generalmente compreso tra 200 e 75.000 euro, viene rimborsato tramite rate mensili.
Questo tipo di prestito può essere richiesto direttamente presso il punto vendita, che opera in convenzione con banche o società finanziarie e si occupa spesso della gestione della pratica per conto del cliente.
Il credito finalizzato offre ai consumatori tutele specifiche previste dalla legge, rendendolo più protettivo rispetto ad altre forme di finanziamento.
Sono invece esclusi dal credito ai consumatori i prestiti richiesti per finalità professionali, come ad esempio l’acquisto di macchinari per un’attività agricola o strumenti per un esercizio commerciale.
Il prestito personale è una forma di credito ai consumatori non finalizzato, concessa per far fronte a esigenze di liquidità generiche, senza dover specificare lo scopo del finanziamento.
Restano escluse le richieste legate ad attività professionali, come l’acquisto di beni strumentali per il lavoro.
L’importo viene erogato in un’unica soluzione al consumatore, il quale si impegna a restituirlo attraverso rate periodiche, secondo quanto stabilito nel contratto.
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Il modulo SECCI (Scheda Europea delle Informazioni Standardizzate sul Credito ai Consumatori) fornisce tutte le informazioni essenziali per permettere al consumatore di valutare in modo chiaro e trasparente le condizioni dell’offerta di credito.
Deve essere consegnato obbligatoriamente prima della firma di qualsiasi contratto di finanziamento, così da garantire una scelta consapevole.
Nel contesto della Centrale dei Rischi (CR), si parla di sofferenza quando la banca o l’intermediario finanziario ritiene che un cliente sia definitivamente insolvente, cioè incapace di restituire il proprio debito in modo stabile e duraturo.
Questa classificazione si basa su una valutazione complessiva della situazione economica e finanziaria del cliente, e non richiede un accertamento giudiziario.
Di conseguenza, un soggetto può essere segnalato come debitore in sofferenza anche in assenza di una sentenza che dichiari ufficialmente l’insolvenza.
La legge definisce sovraindebitamento la condizione in cui un soggetto non è più in grado di rimborsare regolarmente i propri debiti, nemmeno tenendo conto delle risorse economiche previste nei successivi dodici mesi.
Questa situazione può derivare da una scarsa valutazione della propria capacità di rimborso, oppure da eventi imprevisti e non volontari, come spese straordinarie (ad esempio mediche) o riduzioni di reddito dovute a perdita del lavoro, malattia o cassa integrazione.
In presenza di sovraindebitamento, il debitore ha la possibilità di accedere a procedure specifiche previste dalla legge, pensate per aiutarlo a gestire e superare le difficoltà finanziarie.
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Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) rappresenta il costo complessivo del finanziamento, espresso come percentuale annua sull'importo erogato. Include non solo gli interessi, ma anche tutte le spese accessorie legate al prestito, rendendolo uno strumento fondamentale per confrontare le diverse offerte disponibili sul mercato e valutare quella più adatta alla propria situazione economica.
Il TAEG deve essere obbligatoriamente indicato nei messaggi pubblicitari, nella documentazione precontrattuale e all’interno del contratto.
Il suo calcolo segue criteri uniformi stabiliti dalla legge e disciplinati da istruzioni specifiche della Banca d’Italia, per garantire trasparenza e comparabilità tra le proposte.
Il TAN (Tasso Annuo Nominale) rappresenta il tasso d’interesse puro, ovvero il prezzo applicato dal creditore al finanziamento, espresso in percentuale annua sull’importo concesso.
A differenza del TAEG, il TAN non include spese accessorie, come commissioni, costi di istruttoria o assicurazioni, e quindi non riflette il costo complessivo del prestito.
Per questo motivo, un finanziamento con TAN pari a zero può comunque avere un TAEG superiore a zero, se sono previste altre spese aggiuntive.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), noto anche come liquidazione, è una somma che spetta al lavoratore dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro.
Il suo calcolo avviene accantonando ogni anno una quota pari alla retribuzione annua divisa per 13,5. L’importo complessivamente maturato viene poi rivalutato annualmente, applicando un tasso composto da una parte fissa (1,5%) e una parte variabile, legata all’andamento dell’inflazione.
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L’usura è un reato che si verifica quando viene concesso un prestito applicando tassi di interesse eccessivamente elevati, tali da rendere il rimborso estremamente oneroso o addirittura impossibile per il debitore.
La soglia di usura rappresenta il limite oltre il quale un tasso di interesse è considerato illegale secondo la legge.